Come da agenda parrocchiale il Parroco è disponibile per le Confessioni nei giorni :
Lunedi 14 Aprile, dalle ore 16.00 alle ore 22,00;
Martedi 15 Aprile, dalle ore 16,00 alle ore 22,00.
lunedì 14 aprile 2014
sabato 12 aprile 2014
DOMENICA DELLE PALME
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Lorenzetti - Ingresso di Gesù a Gerusalemme |
Dal Vangelo secondo Matteo (Ingresso di Gesù a Gerusalemme):
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”».
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!».
Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”».
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!».
Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».
Breve riflessione di Padre Ernesto DellaCorte:
La Croce ci chiede immersione (= battesimo) nel grido di dolore e di abbandono di Gesù, il Crocefisso), per portare sulle proprie spalle, con solidarietà, il peso dell’eclissi di Dio dal mondo. L’esperienza della “notte”, del deserto, dell’ultimo posto non significa un cammino verso un niente privo di senso, ma è trasformazione in una vita spesa, versata, “sprecata” per gli altri, affinché la luce di Dio risplenda nel buio più opprimente. Questo è il cammino vero di noi cristiani, in un mondo che non conosce Dio, né vuole conoscerlo, che vice come se non ci fosse Dio! Il nostro mondo occidentale è diventato un deserto arido, una notte in cui non si distingue più nulla, in cui non c’è né un sotto né un sopra, in cui si è smarrito l’orientamento. Stando così le cose, la Chiesa non può atteggiarsi a potente istituzione, come dice Papa Francesco, quasi portando la croce come segno temporale di vittoria. Tutti noi cristiani, a partire dai pastori (!), dobbiamo sperimentare l’impotenza della croce, condividendo la sofferenza degli altri. E proprio in questa notte, in quest’ora buia (avvenne il buio all’ora sesta, dice Matteo 27,45), “avviene”/sorge una nuova era, nella quale preservare e testimoniare per gli altri la LUCE della Fede, dell’Amore, della Speranza. Ecco la sfida di oggi e di domani: una presenza attiva a favore (San Paolo dice hyper, a vantaggio di) di tutti, come Maria, l’umile schiava del Signore, la donna dall’esistenza kenotica, donna di Spoeranza che c’insegna a dire; “Eccomi… desidero che avvenga di me ciò che Tu, o Dio, vuoi”. Ecco perché Maria di Nazaret è e resta sempre l’AURORA del mondo nuovo. Vi auguro di "sprecare" la vita come Gesù.
Orario Celebrazioni Domenica 13 Aprile:
ore 9.00: Celebrazione Eucaristica con Benedizione delle Palme
ore 10.30: Piazza Garibaldi, Solenne Benedizione delle Palme, Processione verso la Chiesa Madre e Celebrazione Eucaristica
ore 18.00: Celebrazione Eucaristica
lunedì 7 aprile 2014
INAUGURAZIONE Slargo Karol Wojtyla - Slargo Mons. Giuseppe Palumbo
MERCOLEDI 9 Aprile 2014
ci sarà l'inaugurazione degli SLARGHI:
Programma:
ore 18,00 - Santa Messa presso la Chiesa Santa Maria della Misericordia;
ore 19,00 – cerimonia commemorativa di intitolazione dello Slargo “Mons. Giuseppe Palumbo”;
ore 19,30 - cerimonia commemorativa di intitolazione dello Slargo “ Karol Wojtyla “
Sono tutti invitati a partecipare.
ci sarà l'inaugurazione degli SLARGHI:
- Karol Wojtyla ( Pontefice – 1920 – 2005 ) - sito in Via Umberto I°
- Mons. Giuseppe Palumbo ( Arciprete di Oliveto Citra - 1917 – 1962 ) - sito in Via Chiesa
Programma:
ore 18,00 - Santa Messa presso la Chiesa Santa Maria della Misericordia;
ore 19,00 – cerimonia commemorativa di intitolazione dello Slargo “Mons. Giuseppe Palumbo”;
ore 19,30 - cerimonia commemorativa di intitolazione dello Slargo “ Karol Wojtyla “
Sono tutti invitati a partecipare.
giovedì 3 aprile 2014
TRANSITO DI SAN GERARDO
venerdì 14 marzo 2014
domenica 2 marzo 2014
sabato 1 febbraio 2014
PRESENTAZIONE DEL SIGNORE (CANDELORA)
Il Vangelo della Domenica
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Icona della Presentazione di Gesù al Tempio |
Dal Vangelo secondo Luca:
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Breve riflessione di Padre Ernesto DellaCorte:
Maria e Giuseppe, obbedienti alla Legge, portano il Bambino Gesù al tempio. L’obbligo era solo per la madre di offrire 40 giorni dopo (avendo avuto un maschio; 80 gg. per le femmine!) il sacrificio per la purificazione dal parto, essendoci stata emissione di sangue, dunque di vita.
Non è un messaggero/angelo che entra nel tempio, come dice Malachia, ma il Figlio di Dio, che offre se stesso come sacrificio personale e professionale. Fin dall’annunciazione lo Spirito è il protagonista ed Egli è sempre con Gesù, perché fin dall’inizio il Cristo entra nel tempio per riscattarlo, purificarlo e sostituirlo.
Gesù è il vero Tempio: Egli è sacerdote sommo, mensa e offerta a Dio.
Noi tutti nella sua umanità incontriamo Dio.
Giustamente i cristiani d’Oriente parlano non tanto di Candelora ma di Ypapante, cioè Incontro.
Come avviene quest’incontro? Badate bene…non troverete potere, fulgore ed effetti speciali…ma soltanto l’Umanissimo Dio che è Cristo Gesù.
Chi davvero vuole lasciarsi incontrare dal Padre nel Figlio abbandoni ogni velleità di potere, di arroganza, di clericalismo, di corruzione… solo a chi si fida sempre e comunque di Dio allora apparirà la Luce e la Gloria (= Presenza) di Dio, che è Xsto Gesù.
Chi salirà al tempio del Signore?
Chi ha monde le mani e il cuore…i puri di cuore…quelli che il Vangelo lo portano dentro e lo vivono fuori…
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